[I miei 2 anni di ANORESSIA: senza sorriso e senza amici, e come da sola ne son venuta fuori]

Argomento delicato, argomento toccante, argomento di cui non avevo mai scritto, mai parlato, se non con poche, pochissime persone molto vicine a me.

Tu lo avresti mai detto? Avresti mai pensato che io, Wonder Katia, avessi avuto nel mio passato un simile problema, e soprattutto avessi perso la spensieratezza, il sorriso, la positività che mi caratterizzano.

Beh, forse è proprio grazie a quei due anni di buio, di tristezza, di solitudine, che ora sono la Katia allegra e determinata che tutti voi conoscete.

E proprio oggi ho deciso di aprirmi e di raccontare quel mio periodo, sperando che, leggendo, qualcuna possa trovarne beneficio, e possa trovare la forza per reagire e uscirne, come ho fatto io.

E ho deciso oggi di scrivere perché, mentre in spiaggia mi godevo il cristallino mare della Sardegna, la mia attenzione è stata attratta da una ragazza che passeggiava sulla spiaggia, talmente magra che il costume a due pezzi le andava largo, e lasciava intravedere solo coste, ossa e tristezza nei suoi occhi.

Ma ora, eccoti la mia storia di anoressia.

Avevo 19 anni ed ero iscritta al primo anno di Scienze Motorie.

Al tempo pesavo 64 kg e, come adesso, ero alta 1 metro e 70. Peso e altezza andavano bene, avevo solo qualche chiletto in più da smaltire a livello della pancia, che era sempre stato il mio cruccio, E dato che l’estate stava arrivando decisi di mettermi un po’ in riga e di perdere quei due chili al massimo che mi avrebbero fatto sfoggiare un fisico tonico e atletico sulle spiagge al mare.

E così iniziai ad aumentare la quantità di tempo che dedicavo allo sport, e a controllare un po’ i dolci e i carboidrati che assumevo.

Già al tempo ero atleta agonista di Taekwondo: mi allevo già 4 volte a settimana e la mia alimentazione era già piuttosto restrittiva per via delle categorie di peso in cui dovevo rientrare per poter gareggiare.

Così iniziai a mettermi la sveglia alle 6.00 per 2 volte a settimana e andare a correre al mattino a stomaco vuoto prima di andare a lezione.

Iniziai a documentarmi sulle calorie dei cibi e scegliere solo quelli meno calorici e meno grassi.

In poche settimane avevo già perso 2 chili, e in una ragazza di 19 anni sportiva e già fisicamente messa bene, si notarono subito.

Le persone che conoscevo iniziarono a dirmi:

‘Katia che bene ti vedo, sei dimagrita?’ e io tutta fiera rispondevo ‘Sì appena un paio di chili, ma mi sarò più che altro sgonfiata’.

E questo ‘essere notata’ mi piaceva…

Mi piaceva sempre più, e pensavo che più dimagrivo più sarei stata notata, più le persone si sarebbero accorte di me..

E qui la situazione purtroppo mi è sfuggita di mano…

Devi sapere che all’ età di 13 anni i miei genitori si divorziarono, e, io, per non creare ulteriori problemi in famiglia, ero la figlia modello: brava a scuola, brava nello sport, bravi amici, non fumavo, non bevevo. Insomma facevo di tutto in modo che i miei genitori potessero concentrarsi sulle loro nuove vite, piuttosto che seguire i casini che un’ adolescente normale può creare.

Ma quando sia mio padre che mia madre trovarono la loro nuova stabilità, credo che nella mia testa sia scattato il pensiero: ‘Okay Katia, ora loro sono a posto. Ora puoi sbucare fuori anche tu e le persone possono iniziare a notarti e prendersi cura di te..’.

L’anoressia, per come l’ho vissuta io, è infatti un’ INCREDIBILE RICHIESTA DI AIUTO. È un grido sordo, muto, ma estremamente forte e potente che fai (e facevo) al mondo. Perché del mondo e del loro aiuto avevo un incredibile bisogno.

Ma come fare?

E così trovai nel CONTROLLO MANIACALE DEL PESO la soluzione.

Più dimagrivo, più la gente si accorgeva di me. Più mi dicevano ‘Katia, quanto sei magra! Ma mangi?’ e più mi sentivo forte.

Hai mai provato a non mangiare per delle ore, quando hai un cratere nello stomaco? Cerchi qualsiasi cosa per riempirlo vero?

Bene, ora ti svelo un segreto:

anche le anoressiche hanno fame.. e molta..moltissima fame!

Non è vero che non la sentono, è che il cervello si nutre di questa sensazione. E ogni istante in più che riesci a resistere alla fortissima tentazione di mettere qualcosa sotto i denti, ti senti più forte, ti senti invincibile, ti senti che nulla potrà abbatterti.

  • mi alzavo ogni giorno alle 6.00;
  • correvo 45 minuti;
  • bevevo un caffè con mezzo biscotto secco (proprio mezzo);
  • andavo a piedi a lezione (circa 30 minuti);
  • bevevo un caffè rigorosamente senza zucchero a metà mattina;
  • tornavo a piedi a casa;
  • mangiavo 2 zucchine bollite e 2 cucchiai di ricotta, oppure mezzo pacchetto di cracker e 1 scatoletta di tonno al naturale;
  • studiavo;
  • andavo a piedi in palestra 2 ore, a fare attività rigorosamente cardio;
  • tornavo a casa a piedi;
  • mangiavo cose simili al pranzo;
  • studiavo;
  • bevevo una tisana (perché andare a letto con lo stomaco vuoto è davvero brutto e non ti fa dormire);
  • andavo a letto alle 23.00.

Questa era la mia giornata. Ogni giorno. E nella mia giornata non facevo entrare amici, parenti, fidanzati.

Ero triste, ero molto triste. Perché la mancanza di cibo ti rende apatica, e ti fa pensare solo e solamente al modo di consumare quelle poche calorie ingerite e come occupare il tempo.

Ero bravissima a scuola. Voti altissimi. Ma ero sola. Solissima.

A casa iniziavano a preoccuparsi. Ricordo mio nonno che mi diceva sempre ‘Tosa, ma mangnito a Verona? Varda che te si massa magra!’

Così inizia a vestirmi con pantaloni e felpe larghe, in modo da coprire i chili che se n’erano andati e le ossa che sporgevano.

E poi iniziai a tornare a casa sempre meno. I weekend rimanevo a Verona, con la scusa di studiare, o inventando feste a cui ero invitata, quando invece me ne stavo in casa a studiare o passeggiavo su e giù per Castelvecchio.

In 3 mesi avevo perso 13 chili, che a detta di alcuni medici non è da considerarsi anoressia, ma io, te lo assicuro, avevo tutti i sintomi.

Contavo ogni minima caloria ingerita, anzi, ancor prima di fare una forchettata di qualcosa, sapevo già cosa avrei dovuto fare per smaltirla. Ero un calcolatore perfetto. E se malauguratamente venivo invitata a cena, e non potevo proprio tirarmi indietro, allora aumentavo le ore di attività e sfinivo i miei muscoli e la mia testa.

Fortunatamente non sono mai riuscita a vomitare. Ci ho anche provato, lo ammetto. Quando tornavo a casa e venivo invitata ai pranzi dai parenti non potevo stare a digiuno, così avevo provato la strategia del ‘bagno’. Ma per fortuna non ero capace, o meglio, il mio corpo proprio si rifiutava di farlo! Meno male!

La situazione migliorava d’estate quando tornavo a casa, e così, volente o nolente, riprendevo qualche chilo.

Ma l’ estate durava poco e così a settembre riprendeva il tram tram.

Mi pesavo mille volte al giorno: prima di far pipì e dopo aver fatto pipì. Non mettevo olio da nessuna parte, sceglievo solo alimenti light e pieni di dolcificanti (finché ne sono anche diventata allergica..) e trovavo mille stratagemmi per portare avanti il mio status.

Ma non ero io.. non ero più io..

E fortunatamente un bel giorno arrivò la svolta.

E la svolta me la diede un nutrizionista al quale mia madre mi obbligò ad andare.

A differenza di tutti gli altri che avevo sentito, di tutte le diete che avevo letto (ormai ero un’esperta del settore), questo non contava le calorie. Mi fece parlare. Mi fece dire quali cibi erano i miei preferiti, quali odiavo, quali avrei voluto mangiare).

E stilò una lista, anzi la stilammo assieme. Il fatto di non dover contare le calorie, guardare le quantità, ma di dover mangiare i cibi contenuti nella lista ‘cibi ok per katia’ (che avevo scritto io) fece fare nella mia testa un importante e decisivo scatto verso la guarigione.

Mi fece capire quanto male stavo. Quanto il mio corpo gridasse aiuto, la mia pelle, i miei capelli, il mio umore. E quanto il cibo potesse cambiare questo stato prima di tutto, e che il peso era solo un ‘effetto collaterale’.

Questo fu importante nella mia testa, perché chiaramente io non volevo ingrassare perché altrimenti nessuno più si sarebbe più accorto di me. Ma lui mi fece capire che le persone mi avrebbero notato per la bellezza della mia pelle, per lo stato di salute, per la mia allegria, per il mio sorriso, che ormai si era spento da un bel po’.

E così voltai pagina e iniziai questo percorso.

Non fu semplice perché a ogni chilo preso mi sentivo grossa e non mi piacevo. Ma presto le persone che avevo attorno iniziarono a notare che il cambiamento era in atto. E mi iniziarono a dir quanto stavo bene, quanto avevo un’aria più sana, quanto apprezzavano le mie risate.

E da lì poi la strada fu solo in discesa.

C’è voluto un po’ per togliermi dalla testa le paranoie delle calorie, del pesarmi, dell’olio nell’insalata, ma ce l’ho fatta.

E devo ringraziare chi mi è stato vicino, chi mi ha voluto bene, e chi mi ha insegnato il MAGICO POTERE DEL CIBO.

Ed è per questo che nei miei programmi, come in Linea Lazy, le quantità non esistono. Le calorie non esistono. Ed è per questo che ci sono solo i cibi che mangi volentieri e che hai sempre un giorno di sgarro.

Perché l’ ho imparato sulla mia pelle, il non mangiare, o il magiare poco e male, ti distrugge.

E cosa ancor più grave DISTRUGGE IL TUO MONDO  e ti lascia da sola.

E allo stesso modo, anche distruggersi di attività fisica non va bene, ti CONSUMA, deteriora i tuoi muscoli e ti rende rigrinzita e poco sensuale.

Così, in Linea Lazy, gli allenamenti sono 3 a settimana, così non stressi il tuo corpo, non ti sovraccarichi, e dimagrisci in salute.

Ed è la stessa filosofia e metodica che applico a Studio Personal, perché le persone stiano bene e si sentano bene con se stesse e con gli altri.

E se inizialmente questa storia la ricordavo con vergogna, con tristezza, ora so che anche grazie a questa esperienza che ho ritrovato la gioia di vivere. La gioia di affrontare ogni istante e di goderne appieno la bellezza. La gioia di stare con le persone, di amare chi ho vicino, di sentirmi fortunata per ogni attimo, per ogni risata, per ogni parola scambiata.

E dopo aver capito l’importanza e la fortuna che avevo ho finito gli studi, e dopo pochi mesi ho aperto Studio Personal. E poi la storia credo ormai la conosciate bene.

Spero davvero che questo mio racconto sia servito a farti riflettere, a farti rendere conto di quanto vali e sei importante e di quanto ogni giorno devi volerti bene.

In ogni caso, sicuramente è servita a me per tirar fuori un frammento buio del mio passato che faccio sempre fatica a raccontare, ma a cui sicuramente devo la tenacia, la grinta e il sorriso che ogni giorno non scordo mai di avere.

Un abbraccio

Katia

P. S. Se vuoi capire e provare come costruisco i programmi di dimagrimento e tonificazione personalizzati Linea Lazy, senza metterti a dieta e senza distruggerti di allenamenti, puoi scaricare GRATIS il programma Pancia Piatta Mattutina:

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