Ed eccoci arrivati alla mia eroina più speciale: ora vi racconto la storia Anita
Anita è la mia mini Wonder, la mia paladina personale, la mia piccola guerriera che lotta ogni giorno per sconfiggere i demoni della scoliosi.
Anita ha 9 anni. Già, solo 9 anni. E fortunatamente, a differenza di molti altri, ha dei genitori molto molto intelligenti, che non si fermano ad un verdetto di un medico, ma che cercano, approfondiscono e vanno fino in fondo per riuscire ad alleviare se non risolvere del tutto la situazione della loro piccola principessa.
Thomas, il papà di Anita, mi chiama un pomeriggio, dicendomi che in palestra, la sua istruttrice Silvia gli aveva parlato di un corso che aveva fatto tempo fa di postura e stretching e di quante cose tramite esercizi mirati e un metodo efficace si possono risolvere.
Silvia parlava del mio corso, quello che aveva frequentato circa un anno prima, in cui avevo spiegato quali esercizi fare e con quale sequenza per riuscire a stare di nuovo bene ed eliminare dolori e tensioni.
A Thomas quel discorso era piaciuto molto, tanto da chiedere il mio numero a Silvia e contattarmi subito per capire se c’era una speranza per far star meglio la sua bimba.
Al telefono mi spiega che Anita da circa un anno e mezzo le hanno diagnosticato la scoliosi, e che a detta degli ortopedici che l’anno visitata la situazione non potrà che peggiorare. Così, l’unica soluzione che hanno reputato ragionevole da adottare con una bimba di 9 anni è stata: metterle il busto fisso!
Chiedo a Thomas se non hanno consigliato nient’altro, tipo niente stretching, niente esercizi posturali..nulla. Solo il busto per evitare che la situazione peggiori, ma nulla per farla anche solo minimamente migliorare.
Spiego a Thomas il mio punto di vista, e cioè che tutte le alterazioni posturali, le storture del nostro corpo, dipendono da un accorciamento muscolare e agendo per tempo e individuando la vera causa, si può davvero fare molto.
Così ricevo Anita, Thomas e la madre nel mio studio la sera successiva e mi faccio raccontare da Anita direttamente che sintomi avesse, cosa non riuscisse a fare e cosa le desse più fastidio.
Mi dice che la cosa che vorrebbe di più al mondo non sono giocattoli, Barbie, viaggi, vestiti, ma un’unica grande e fondamentale cosa: poter dormire di nuovo senza quel maledetto busto che la tiene imprigionata.
Indago un po’ sulla vita di Anita, e mi racconta che non ha avuto grandi traumi e cadute, solo, dice la mamma, negli ultimi due anni è cresciuta molto velocemente, tanto che adesso è la più alta della classe.
Quando un corpo, un’ossatura, cresce, anche i muscoli devono a loro volta ‘allungarsi’ e andarci dietro. Ma se questa crescita avviene molto rapidamente, può succedere che i muscoli rimangano più corti rispetto alle ossa, imprigionando così l’intero scheletro, che non può far altro che stortarsi e ripiegarsi su se stesso.
A conferma di ciò, facendole l’analisi posturale, noto immediatamente un forte accorciamento della muscolatura delle gambe, in particolar modo di polpaccio e adduttori, che in una bimba di 9 anni non dovrebbero essere cosi tesi.
Le faccio alcuni test e, rimettendole le ginocchia in asse e il bacino allineato sull’orizzontale, magicamente il dolore alla schiena, che la accompagna notte e giorno, sparisce.
Noto inoltre che il pancino della mia Wonder è un teso e gonfio e così le chiedo se va regolarmente in bagno. Anita piena di vergogna mi dice che va un giorno sì e tre no. Così le chiedo quanta acqua beve e la mamma inizia a ridere. La risposta è che Anita beve a malapena mezzo litro d’acqua al giorno e la sua alimentazione non è di certo ricca di verdura e frutta.
Queste domande, che sembrano non c’entrare nulla con la risoluzione del nostro caso, in realtà sono un validissimo indizio per capire la condizione di un importante muscolo posturale, lo psoas.
Lo psoas è il muscolo flessore della coscia sull’anca. È un muscolo molto forte, che ci permette di restare in piedi, di camminare, di correre. Ha origine a livello dell’inguine e si inserisce a livello delle vertebre lombari, passando vicino vicino alle pareti dell’intestino.
Così, capita spesso che se l’intestino è teso e irritato, va a condizionare lo stato e la salute dello psoas che andrà a condizionare e alterare a sua volta l’intera postura del nostro corpo soprattutto a livello di anche, bacino e schiena.
Direi che avevo materiale a sufficienza per tentare di riportare il sorriso e la serenità a questa bimba, e un po’ di tranquillità e speranza anche ai suoi genitori.
Fissiamo un appuntamento per la settimana successiva e iniziamo con le sedute.
Inizio subito a trattare quella che seconda me è la causa principale e cioè la muscolatura delle gambe, in particolar modo dei polpacci, e dello psoas.
Anita è brava (magari tutti i clienti fossero così) non si lamenta quasi per niente, mi ascolta, ride, e con la sua beata ingenuità mi fa sorridere.
I suoi micro muscoletti sono come me lo aspettavo: contratti e tesi come cavi d’acciaio, e così con pazienza, utilizzando delle palline da tennis e facendoglielo sembrare un gioco, le vado a decontarrre i muscoli delle gambe.
Poi passiamo allo stretching dello psoas, con un paio di posizioni ed esercizi appositi, per concludere con esercizi in globalità utilizzando le squadre Mezieres e cercando di riallinearla il più possibile.
A fine seduta, vediamo assieme i compiti che dovrà fare a casa, e le spiego che per migliorare velocemente, è necessario e fondamentale che anche lei collabori attivamente, seguendo le mie indicazioni e facendo ogni giorno 4/5 minuti di esercizi mirati.
Anita mi dice che pur di togliere quel fastidioso busto, è disposta a saltare i cartoni animati e di fare stretching tutto il giorno. Io sorrido e le dico che non serve e che può anche fare gli esercizi sdraiata sul tappeto in salotto, mentre si gode i suoi amati begnamini alla tv.
Anita viene sin dalla prima seduta accompagnata dal padre, con il quale ha uno splendido rapporto, di fiducia e complicità reciproca. E quando Anita va un attimo al bagno, Thomas mi confessa:
‘Sai Katia, me lo metterei io quel busto, pur di non vederla più in quelle condizioni. Spero davvero che questa ginnastica serva e la faccia star meglio e migliorare al punto di poterlo buttare quell’ aggeggio’
Mi commuovo un po’ (anche se sono Wonder, mica sono di ferro) e gli garantisco che farò del mio meglio per poter dare alla piccola una vita più ‘normale’ possibile.
Prima di andare ricordo ad Anita di bere almeno un litro d’acqua al giorno, perché anche quello contribuirà a farla star meglio. Lei me lo promette e mi da un abbraccio talmente forte e intenso che già le volevo un gran bene.
Le sedute continuano, ed Anita è bravissima: fa sempre (testimone il padre) gli esercizi a casa. Anzi, spesso li fanno assieme, così anche lui si ‘allunga le gambe’ come dice la principessa.
Le ho dato per casa il POSTURAL BOX, in modo da aver ben chiaro che esercizi fare e seguire passo passo le mie indicazioni video e cartacee:
https://yourpersonaltrainer.it/postural-box-offerta
Ogni settimana Anita migliora, sia come mobilità che come dolore e fastidio alla schiena, merito della sua costanza e della sua determinazione nel raggiungere il risultato e il suo obiettivo.
Oggi Anita è venuta per la sesta volta in Studio da me e devo dire che la situazione è davvero migliorata moltissimo.
Non ha più nessun fastidio alla schiena, è molto più mobile e le ginocchia sono allineate tra loro. Anche il bacino è quasi in asse e ora continueremo su questa strada, finché tra due mesi Anita non avrà il verdetto del medico che l’ha visitata e misurata la prima volta.
In ogni caso Anita è contenta, ha imparato l’importanza dello stretching, e lo ha imparato anche suo padre che adesso lo fa regolarmente con lei a casa e che da oggi lo fa anche in studio da me, mentre io seguo Anita.
Io credo che questa sia realmente la vincitrice tra i tutti i miei supereroi. Perché Anita, a 9 anni, ha dimostrato di non voler mollar, di volar lottare per se stessa e per migliorare il suo futuro. E questo a mio avviso la rende la mia Mini Wonder Special Woman!
Vieni a trovare me e il mio team nel mio centro di personal training “Studio Personal” di Thiene
Oppure scrivi a: [email protected]