[Svelato il motivo per cui anche Wonder Katia si blocca il collo, e perché questo le succede solo ogni 5 anni]

Eh già, questa volta è toccato a me.

Anche’ io sono caduta vittima del torcicollo.

Sono umana, sono vera, sono in carne e ossa, e anche se mi chiamo Wonder Katia perché faccio ottomilaottocentoquarantaquattro cose in una giornata, anch’io ho i miei punti deboli.

E venerdì scorso, il mio corpo mi ha ricordati che sotto il vestito da supereroe c’è pur sempre la Katia che lavora, si impegna e ogni tanto, anche in positivo, si stressa.

Ho fatto il calcolo che non mi succedeva da 5 anni, quando una mattina mi sono svegliata piangendo perché non riuscivo più a muovere il collo e per alzare la testa l’ ho dovuta tenere tra le mani e aiutarmi, finché son riuscita a sedermi sul letto dolorante e ancora in lacrime.

E più o meno la stessa cosa mi è successa venerdì scorso. Non così violenta, perché fortunatamente, un po’ in questi anni ho imparato, e ho imparato ad ascoltarmi e a capire quando è il momento di dire stop e fermarsi un attimo.

In queste settimane sto affrontando diversi impegni extra, perché a breve partirà un nuovissimo e super figo progetto, al quale sto dedicando ore e ore del mio tempo. E tutto questo va aggiunto alla mia ‘normale’ giornata lavorativa che inizia alle 7.30 e termina attorno alle 21.

E anche se il progetto mi elettrizza, e mi piace un sacco, comunque per il mio corpo è un impegno in più da gestire, tempo da dedicare, energie da spendere, ed evidentemente venerdì ero arrivata quasi al capolinea.

Stavo infatti seguendo una cliente, le stavo facendo dello stretching alle gambe, e la stavo aiutando ad allungare un po’ la muscolatura dell’ interno coscia. Quando ho sentito tipo una fitta, una morsa, tra le scapole, come un cane che mi stesse mordendo.

Ho subito pensato:

‘oh oh.. questo segnale lo conosco. Adesso cerca di respirare e star tranquilla che qua altrimenti ti inchiodi al collo..’

E così ho fatto, ho iniziato a respirare con il diaframma, ma non ero libera, dovevo ancora finire di lavorare. E dopo la signora ho seguito un nuovo cliente, con dei problemi all’ anca destra, operata qualche anno fa, che ancora non muove liberamente. Così, mentre cercavo di sistemare lui, mi sono bloccata io.

La morsa tra le scapole diventava sempre più serrata mano a mano che passavano i minuti e io cercavo di non pensarci, di rimenare rilassata e in qualche modo ho gestito la situazione.

Finché, terminata anche quello’ ora, sono partita in macchina e tra l’ aria condizionata, le due ore passate seduta, il traffico e la tensione del guida.. beh..inutile spiegarti come sono arrivata a destinazione.

Il mio collo e la mia schiena erano praticamente un pezzo unico.

Incapace di ruotare la testa a sinistra o di portare la testa indietro.

Come tutti, ho  provato il magico rimedio fasullo dell’antinfiammatorio. Che infatti mi ha fatto stare pseudo benino un paio d’ore, il tempo di uscire a cena, per poi farmi pagare con gli interessi il fatto di non esser rimasta a casa sul divano.

Mi metto a letto e cerco di dormire, ma nada, la morsa tra le scapole si fa sempre più sentire.

Così, dato che era evidente quale fosse la causa del mio dolore, inizio a fare quello che consiglio sempre  tutti in questi casi:

LA RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA

10, 20, 30 respiri.

Sono rimasta a respirare volutamente di pancia per più di mezz’ora. E, miracolo dei miracoli, il male al collo si era attenuato. Così sono riuscita a prendere sonno e dormire quelle 6/7 ore di cui avevo estrema necessità.

L’indomani mattina, mi sveglio ancora dolorante e così metto in atto la seconda strategia efficace, e cioè:

LO STRETCHING mirato su quei muscoli che avevano lavorato troppo in queste settimane, per sopperire alla mancanza del diaframma.

Già, perché quando siamo stressati, tesi, in ansia, il nostro diaframma, che il nostro principale muscolo respiratorio, comincia a lavorare poco e costringe altri muscoli, chiamati accessori respiratori, a lavorare al posto suo.

E guarda caso questi muscoli che si devono fare il mazzo al posto del diaframma, dove sono??

Eh sì proprio sul collo, e nella parte alta del dorso.

Così, per sistemare la mia situazione tornare a star di nuovo bene e a essere la Wonder che conoscete, ho dovuto adottare anch’io le due tecniche speciali che consiglio sempre nei miei trattamenti posturali, o nei programmi che do a casa a chi soffre come me in questo caso.

E perché mi succede così raramente?

Perché sapendo quanto siano importanti questi semplici azioni quotidiane, le metto solitamente in pratica, ed evito che il mio ‘tallone d’ Achille’ (il male alla schiena e collo) venga fuori e faccia dei danni!

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A presto

katia

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